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FORME DI ALLEVAMENTO

Esistono differenti forme di allevamento dell’olivo sviluppatesi nel corso del tempo in diversi territori; la scelta della forma di allevamento più idonea dipende, naturalmente, dall’ambiente e dalle esigenze economiche dell’azienda.
Un aspetto da non trascurare è rappresentato dalla densità di impianto: l’aumento della densità, al fine di incrementare la resa ad ettaro, implica la scelta di forme di allevamento con sviluppi diametrali della chioma contenuti. Questo obiettivo può essere perseguito con il massimo rispetto della forma naturale di sviluppo della pianta, ottenendo contemporaneamente un risparmio economico con più ridotti interventi di potatura.
Le forme di allevamento più diffuse in olivicoltura sono le seguenti:

Globo: è diffuso nelle regioni meridionali dove l’intensità luminosa risulta essere elevata. La chioma assume la forma di una sfera permettendo alla luce di penetrare nelle zone interne della chioma. Questa forma di allevamento viene impalcata a 1- 1,2 m da terra permettendo l’allevamento di tre branche primarie sulle quali si diramano diverse branche secondarie stabilendo, così, una superficie fruttificante nella porzione esterna della chioma.

Monocono: è indicato per le cultivar con habitus vegetativo assurgente ed è più idoneo in ambienti con ridotta crescita delle piante, e per le cultivar con ridotto potenziale di crescita. Si presenta con un tronco singolo di almeno 1 m di altezza privo di rami laterali e con delle branche secondarie inserite con angoli ampi o quasi orizzontali e disposte con andamento tale da decrescere di lunghezza a mano a mano che si arriva nella parte alta. Tale forma di allevamento è adatta alla raccolta meccanica tramite scuotitore di tronco e consente di avere piante di forma regolare e chioma omogenea.

Vaso cespugliato: è una forma di allevamento senza tronco nata in Toscana per recuperare delle piante danneggiate dalle grandi gelate. È caratterizzato da branche primarie che si originano direttamente dal terreno o da un breve tronco e da branchie secondarie come nel vaso.
I vantaggi di tale sistema sono l’altezza limitata, la chioma più fitta nella zona interna e una maggior superficie intercettatrice che permette una maggiore produzione di sostanza secca che viene utilizzata in gran parte per la produzione dei frutti. Inoltre si caratterizza per la rapida entrata in produzione e si adatta bene ai diversi tipi di portamento delle varietà.

Vaso policonico: tipico dell’Umbria e della Toscana, è monocaule, impalcato ad 1.40 m, con tre branche principali (con angoli di 120°), in modo da avere una chioma che formi tre coni rovesciati, così da consentire la penetrazione della luce. La zona centrale della chioma è caratterizzata da scarsa vegetazione.
E’ adatto a tutti i tipi di portamento della pianta (propondente, assurgente e pendulo) e richiede un elevato fabbisogno di potature.


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