I migliori extravergine d'italia? da sardegna, emilia romagna, campania, lazio, sicilia, incoronati da "ercole olivario 2012". univerde/ipr marketing: per 58% italiani olio simbolo nostra tradizione. ismea: è record export 2011 a 1,2 miliardi di euro

I migliori extra vergine d'Italia? Dalla Sardegna, dell'Azienda Agricola Fois Giuseppe di Alghero (fruttato leggero), dall'Emilia Romagna, l'olio extravergine Dop "Colline di Romagna" del Frantoio Paganelli di Sant'Arcangelo di Romagna (fruttato leggero Dop), e poi dalla Campania, dell'Azienda Olivicola Titerno di San Lorenzello (fruttato medio), dal Lazio, l'extravergine Dop "Colline Pontine" dell'Azienda Agraria Biologica Paola Orsini di Priverno (fruttato medio Dop) e quello dell'Azienda Agricola Tenuta Piscoianni di Sonnino (fruttato intenso), ma anche dalla Sicilia, l'extravergine Dop "Monti Iblei - Monte Lauro" dell'Azienda Agraria Terraliva di Frontino Giuseppina di Siracusa (fruttato intenso Dop): ad eleggerli, l'"Ercole Olivario 2012", il concorso di scena a Spoleto, che disegna la mappa del gusto del vero olio extra vergine di oliva 100% italiano di alta qualità. Un prodotto che, per il 58% degli italiani, è simbolo del patrimonio alimentare italiano, secondo il rapporto n. 2 Fondazione UniVerde-Ipr Marketing "Gli italiani, l'agricoltura e la sicurezza alimentare 2012", accanto al vino, come il quale nel 2011, dicono i dati Ismea, ha fatto segnare il record storico dell'export: con oltre 400.000 tonnellate di oli di oliva e sansa inviate all'estero per un incasso che ha superato 1,2 miliardi di euro, a +6,1% in valore e +5,7% in quantità. Dalla Sardegna all'Emilia Romagna, passando dalla Campania al Lazio e alla Sicilia, sono le regioni che si sono aggiudicate i primi posti dell'"Ercole Olivario 2012" - all'edizione n. 20 con targa del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e medaglia del Presidente del Senato Renato Schifani - tra le 17 regioni del Belpaese protagoniste del concorso con oltre 270 extra vergine di oliva. Il Lazio si è aggiudicato anche la menzione speciale per il miglior olio biologico, l'extravergine Dop "Colline Pontine" dell'Azienda Agraria Biologica Paola Orsini di Priverno, mentre al Trentino il premio speciale "Amphora Olearia" alla confezione più bella con la migliore etichetta che racconta la propria storia, quella dell'Azienda Agraria Riva del Garda di Riva del Garda. Al ristoratore ed assaggiatore Maurizio Ferreri, infine, il premio "Lekythos 2012". Il Belpaese celebra così l'olio, prodotto simbolo dell'Italia, accanto al vino, secondo i risultati del rapporto n. 2 della fondazione UniVerde e IPR Marketing: in particolare, tra formaggi e latticini, pasta, salumi, pizza, dolci e gelato, l'olio (per il 58% degli italiani) e il vino (51%) da soli raggiungono oltre il 10% delle risposte e costituiscono quindi, a livello simbolico, gli elementi di spicco del patrimonio alimentare italiano. Ma, "se è chiaro come olio e vino siano, per gli italiani, tra i principali simboli della nostra tradizione agroalimentare nel mondo - ha detto Alfonso Pecoraro Scanio, ex Ministro dell'Agricoltura, presidente della fondazione UniVerde - per la stragrande maggioranza degli intervistati, autorità pubbliche e industrie dovrebbero fare di più". Anche perché che l'olio ed il vino siano simbolo dell'Italia del mondo, lo dicono anche e soprattutto i numeri, con il 2011 che per i due prodotti ha fatto segnare il record dell'export, con conti in attivo, a 1,2 miliardi di euro per l'"oro verde" e a 4,4 miliardi per le etichette made in Italya in valore. Una performance, quella dell'export dell'olio, sostenuta, secondo l'Ismea, soprattutto dalla domanda Usa (+8,7% le spedizioni oltre Atlantico), mercato in cui confluisce un terzo delle vendite all'estero di oli di oliva made in Italy. A tirare sono state anche Germania e Francia, mentre l'export ha fatto segnare nel 2011 una battuta d'arresto sia in Canada che in Giappone. E il 2011 è stato un anno record anche per le importazioni, con 625.000 tonnellate (+2,2% sul 2010) e 1,2 miliardi di euro (+0,4%). Dalla Spagna gli arrivi sono complessivamente cresciuti, in volume, solo dello 0,4%, mentre la Grecia ha spedito un quantitativo superiore del 13,8% ai livelli 2010. Da segnalare, una brusca flessione degli arrivi dalla Tunisia (-21,5%), a fronte di maggiori importazioni di oli da Marocco, Australia e Cile, seppure per volumi complessivamente modesti. La bilancia commerciale, conclude l'Ismea, ha chiuso il 2011 con un saldo attivo di 29 milioni di euro. Negli ultimi dieci anni è la seconda volta che l'interscambio commerciale di oli di oliva registra per l'Italia un avanzo di bilancio.

L'Ufficio del Portavoce